«Questo è garantito. Non va bene impicciarsi di queste cose.»
«Ti dico che la faccenda non può fallire. Terremo pronta la carrozzella di papà Coso.»
Poi si misero a parlare d'un melodramma che avevan visto alla «Allegria» la vigilia.
Mario continuò la sua strada. Gli pareva che le oscure parole di quegli uomini, così stranamente nascosti dietro quel muro e raggomitolati nella neve, non fossero, forse, prive di connessione cogli abbominevoli progetti di Jondrette: la faccenda doveva esser quella.
Si diresse verso il sobborgo San Marcello e chiese al primo bottegaio che incontrò dove si trovasse il commissariato di polizia.
Gli venne indicata via Pontoise e vi si recò. Nel passare davanti a un fornaio, comprò un pane da due soldi e lo mangiò, prevedendo che non avrebbe pranzato. Poi, strada facendo, rese giustizia alla provvidenza, pensando che, se al mattino non avesse regalato i suoi cinque franchi alla figlia Jondrette, avrebbe seguito la carrozza del signor Leblanc e, per conseguenza, ignorato tutto; nessun ostacolo si sarebbe frapposto all'agguato dei Jondrette e Leblanc sarebbe stato perduto e, certo, insieme con lui, sua figlia.
XIV • IN CUI UN AGENTE DI POLIZIA DÀ DUE PUGNI A UN AVVOCATOGiunto al numero 14 della via Pontoise, salì al primo piano e chiese del commissario di polizia.
«Il signor commissario di polizia non c'è.» disse un impiegato; «ma v'è un ispettore di polizia che lo sostituisce. Volete parlargli? È una cosa urgente?»
«Sì,» rispose Mario.
L'impiegato l'introdusse nello studio del commissario.
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