Ciò fatto rimise il coltello nel cassetto, che richiuse con impeto.
Mario, da parte sua, afferrò la pistola del suo taschino destro e, toltala di là, l'armò. Il grilletto, nell'armarsi, emise un lieve suono limpido e secco.
Jondrette trasalì e si sollevò a mezzo sulla sedia:
«Chi va là!» gridò.
Mario trattenne il fiato; Jondrette stette in ascolto un istante, poi si mise a ridere, dicendo:
«Che bestia! È la parete che scricchiola!»
Mario tenne la pistola in pugno.
XVIII • LE DUE SEDIE DI MARIO DIRIMPETTO L'UNA ALL' ALTRAAd un tratto, la vibrazione lontana e melanconica d'una campana fece tremare i vetri. Suonavano le sei a San Medardo.
Jondrette sottolineò ciascun rintocco con una mossa del capo; suonato che fu il sesto, smoccolò la candela colle dita. Poi si mise a camminare nella camera, ascoltò nel corridoio, tornò a camminare ed ascoltò di nuovo: «Purché venga!» brontolò fra i denti; e tornò alla sua sedia.
Stava sedendosi, quando l'uscio s'aperse. L'aveva aperto la madre Jondrette, che rimase nel corridoio, facendo un'orribile smorfia amabile che uno dei buchi della lanterna cieca illuminava dal basso.
«Entrate, signore,» ella disse.
«Entrate, mio benefattore,» ripetè Jondrette, alzandosi precipitosamente.
Il signor Leblanc comparve. Aveva un'aria di serenità che lo rendeva singolarmente venerabile; e depose sulla tavola quattro luigi.
«Signor Fabantou,» disse, «ecco per il vostro affitto e per i primi bisogni. In seguito, vedremo.»
«Dio ve li renda, mio generoso benefattore!» disse Jondrette; e, avvicinandosi rapidamente alla moglie:
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