Guardate, per esempio: ho voluto far imparare il mestiere del cartonaggio alle mie figlie. Voi mi direte: 'Come! Un mestiere!'. Sì, un mestiere, un semplice mestiere, per guadagnare il pane! Che degradazione, mio benefattore! Quando si è stati quello che eravamo noi! Ahimè! Non ci resta più niente della prosperità di un tempo! Nulla, fuorché una cosa: un quadro al quale sono assai affezionato, ma del quale dovrò disfarmi, poiché bisogna pur vivere! Già, bisogna vivere!»
Mentre Jondrette stava parlando, con un apparente disordine che non toglieva nulla all'espressione riflessiva e sagace della sua fisionomia, Mario alzò gli occhi e scorse in fondo alla camera qualcuno, che non aveva visto. Un uomo era entrato allora allora, tanto piano, che non s'eran sentiti girare i cardini dell'uscio; aveva un panciotto di maglia viola, vecchio, consunto, macchiato e tagliuzzato, che formava altrettante bocche aperte in ogni piega, un paio d'ampi calzoni di fustagno, calzettoni, niente camicia, il collo nudo, le braccia nude e tatuate e il volto impiastricciato di nero. S'era seduto in silenzio a braccia incrociate sul più vicino lettuccio e, siccome stava dietro la Jondrette, lo si distingueva confusamente.
Quella specie d'istinto magnetico che avverte lo sguardo fece sì che il signor Leblanc si voltasse quasi nello stesso tempo di Mario; e non potè trattenere un gesto di sorpresa, che non sfuggì affatto a Jondrette.
«Ah, vedo!» esclamò Jondrette, abbottonandosi con aria di compiacenza. «State guardando la vostra finanziera: mi va benone, in fede mia!
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