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      Il signor Leblanc si rizzò in piedi, s'appoggiò al muro e girò rapidamente lo sguardo per la camera. Aveva a sinistra Jondrette, dalla parte della finestra, e a destra i quattro uomini, dalla parte dell'uscio, insieme colla Jondrette. I quattro uomini non si muovevano e non avevan neppure l'aria di vederlo. Jondrette s'era rimesso a parlare con un accento lamentoso, collo sguardo tanto vago e coll'intonazione tanto lamentevole che il signor Leblanc poteva credere d'aver sotto gli occhi un uomo divenuto pazzo per la miseria.
      «Se non mi comperate il quadro, mio caro benefattore,» diceva Jondrette, «io sono senza mezzi e non mi resta che gettarmi nel fiume. Quando penso che ho voluto far imparare alle mie figlie il cartonaggio mezzo fine, la confezione delle scatole per le strenne! Ebbene: ci vuole una tavola con un'assicella in fondo, affinché i recipienti non cadano per terra, poi ci vuole un fornello fatto apposta, un vaso a tre scompartimenti per i diversi gradi di densità della colla, secondoché la s'impieghi per il legno, la carta o la stoffa, un trincetto per tagliare il cartone e una forma per profilarlo, un martello per inchiodare le parti metalliche, i pennelli e il diavolo, che so io! E tutto questo per guadagnare quattro soldi al giorno! E lavorando quattordici ore! E ogni scatola passa tredici volte per le mani dell'operaio! E bagnar la carta, e non macchiare nulla e tener calda la colla! Il diavolo, vi dico! Quattro soldi al giorno! Come volete che si viva?»
      Mentre parlava, Jondrette non guardava il signor Leblanc, che l'osservava.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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