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      Si sarà notato che gli esseri odiosi hanno la loro suscettibilità: i mostri sono permalosi. A quella parola delinquente, la Thénardier si gettò giù dal letto e il marito impugnò la sua sedia, come se stesse per romperla colle mani. «Non ti muovere, tu!» gridò alla moglie; poi, volgendosi verso il signor Leblanc, continuò:
      «Delinquente! Sì, lo so, voi ci chiamate così, signori ricchi! To' è vero! Ho fatto fallimento e mi nascondo, non ho pane, non ho denaro, sono un bandito! Da tre giorni non mangio, e quindi sono un delinquente! Oh, vi scaldate i piedi, voialtri! Portate le scarpette di Sakoski, finanziere imbottite, come gli arcivescovi, abitate al primo piano delle case col portinaio, mangiate i tartufi, asparagi in gennaio ad almeno quaranta franchi al mazzo, e i piselli; vi rimpinzate e, quando volete sapere se fa freddo, guardate nel giornale cosa segna il termometro dell'ingegner Chevalier. Ma noi, siamo noi i termometri! Noi non abbiamo bisogno d'andare a vedere sul lungo Senna, all'angolo della torre dell'Orologio, quanti gradi di freddo ci siano; sentiamo il sangue rapprendersi nelle vene e il gelo arrivarci al cuore, e diciamo: 'Dio non c'è!' E voi venite nelle nostre caverne sì, nelle nostre caverne a chiamarci banditi! Ma noi vi mangeremo, poveri piccoli, vi divoreremo! Signor milionario, sappiate questo: io sono stato un uomo in buona posizione, con una licenza, e sono stato elettore. Sono borghese, io; e voi, forse, non lo siete!»
      A questo punto, Thénardier fece un passo verso gli uomini che stavan vicino all'uscio e soggiunse con ira:


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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