«Quando penso che costui osa venirmi a parlare come ad un ciabattino!»
Poi si volse ancora a Leblanc, con una recrudescenza di frenesia:
«E sappiate anche questo, signor filantropo! Io non sono un uomo losco, io! Non sono uno del quale non si sappia il nome e che vada per le case a portar via i bambini! Sono un antico soldato francese, e dovrei essere decorato! Ero a Waterloo, io! E in quella giornata ho salvato un generale che si chiama il conte di vattelapesca! M'ha detto il suo nome; ma aveva una malnata voce tanto bassa, che non l'ho capito. Ho capito solo merci; e in verità avrei preferito il suo nome al suo ringraziamento, perché m'avrebbe aiutato a ritrovarlo. Quel quadro che vedete dipinto da David a Bruxelles, sapete che cosa rappresenta? Rappresenta me. David ha voluto immortalare quel fatto d'arme: io porto sulle spalle il generale e lo traggo in salvo sotto la mitraglia. Ecco di che si tratta. Non ha mai fatto niente per me, quel generale; non valeva più degli altri! Ciò non m'ha impedito di salvargli la vita e ne ho attestati fin sopra gli occhi! Sono un soldato di Waterloo, corpo di bacco! Ed ora che ho avuto la bontà di dirvi tutto questo, facciamola finita: mi occorre denaro, molto denaro, un'infinità di denaro, o vi stermino, per mille tuoni!»
Mario era riuscito a dominare le sue angosce ed ascoltava. L'ultima possibilità di dubbio s'era dissipata: era proprio il Thénardier del testamento; egli fremette a quel rimprovero d'ingratitudine rivolto al padre e ch'era sul punto di giustificare così fatalmente.
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