Una volta che questa bagatella sarà uscita dalla vostra tasca, io garantisco che tutto è finito e non avrete più da temere nemmeno un buffetto. Voi mi direte: 'Ma io non ho su di me duecentomila franchi!' Oh, io non sono esagerato e non esigo una cosa simile; vi chiedo soltanto che abbiate la bontà di scrivere quello che vi detterò.»
A questo punto, Thénardier s'interruppe, poi soggiunse, calcando bene le parole e gettando un sorriso verso lo scaldino:
«V'avverto che non potrei ammettere che non sapeste scrivere.»
Un grande inquisitore avrebbe potuto invidiare quel sorriso.
Thénardier spinse la tavola vicinissimo a Leblanc, prese l'inchiostro, una penna e un foglio di carta da lettere nel cassetto, che lasciò semiaperto, e nel quale riluceva la lunga lama del coltello. Mise il foglio di carta davanti al signor Leblanc e gli disse:
«Scrivete.»
Il prigioniero, finalmente, parlò.
«Come volete che faccia a scrivere? Sono legato.»
«È vero, scusate!» fece Thénardier. «Avete proprio ragione.»
E, volgendosi verso Bigrenaille, gli ordinò:
«Slegate il braccio destro di questo signore.»
Panchaud, detto Primaverile, o Bigrenaille, eseguì l'ordine di Thénardier. Quando la destra del prigioniero fu libera, Thénardier intinse la penna nell'inchiostro e gliela presentò.
«Notate bene, signore, che qui siete in nostro potere, alla nostra discrezione, assolutamente alla nostra discrezione, che nessuna potenza umana può cavarvi di qui e saremmo proprio desolati d'esser costretti a giungere a spiacevoli estremi.
| |
Thénardier Leblanc Leblanc Thénardier Bigrenaille Primaverile Bigrenaille Thénardier Thénardier
|