Il governo del 1830 ebbe subito la vita dura. Nato ieri, dovette combattere oggi; non appena stabilito, sentiva già dappertutto vaghi movimenti di trazione sull'ingessatura di luglio, posta così di recente e così poco solida.
La resistenza nacque il giorno dopo: forse, era già nata il giorno prima.
Di mese in mese l'ostilità crebbe e da sorda divenne palese.
La rivoluzione di luglio, poco accetta fuori della Francia dai re, come abbiam detto, era stata diversamente interpretata in Francia.
Dio consegna agli uomini le sue visibili volontà negli eventi, testo oscuro scritto in una lingua misteriosa, e gli uomini ne fanno subito diverse traduzioni: traduzioni frettolose, scorrette, piene di errori, di lacune e di controsensi. Poche menti comprendono la lingua divina; i più sagaci, i più calmi e i più profondi decifrano lentamente e, quando sopraggiungono col loro testo, la bisogna è stata compiuta da molto tempo e vi sono già venti traduzioni sulla pubblica piazza. Da ognuna di esse ne nasce un partito, da ogni controsenso una fazione; ed ogni partito crede di possedere il solo vero testo, come ogni fazione crede di possedere la luce.
Spesso, anche il potere è una fazione.
Nelle rivoluzioni, vi sono i nuotatori contro corrente: sono i vecchi partiti. Per questi che credono all'eredità per grazia di Dio, dal momento che le rivoluzioni sono uscite dal diritto alla ribellione, si ha il diritto di rivoltarsi ad esse. Errore; poiché nelle rivoluzioni chi si rivolta non è il popolo, è il re: rivoluzione è per l'appunto il contrario di rivolta.
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