» Poi dava all'operaio una stretta di mano e se ne andava, dicendo: «Arrivederci presto.»
La polizia, che tendeva l'orecchio, raccoglieva, non più soltanto nelle osterie, ma per via, dialoghi singolari: «Fatti ricevere più presto che puoi,» diceva un tessitore a un ebanista.
«Perché?»
«Sta per esserci qualche fucilata.»
Due passanti mal in arnese scambiavan le seguenti botte e risposte, gravide d'una evidente ribellione:
«Chi ci governa?»
«Il signor Filippo.»
«No, la borghesia.»
S'ingannerebbe chi credesse che noi prendessimo in cattiva parte il vocabolo Jacquerie!, i jacques erano i poveri e coloro che hanno fame hanno diritto.
In un altro momento, si sentiva passare due uomini, uno dei quali diceva all'altro: «Abbiamo un buon piano d'attacco.»
Di una conversazione fra quattro uomini, rannicchiati in un fossatello della piazza della barriera del Trono, s'afferrava soltanto questo:
«Faremo il possibile perché egli non passeggi più per le vie di Parigi.»
Chi, egli? Oscurità minacciosa.
«I principali capi», come si diceva nel sobborgo, si tenevano in disparte; si credeva che si riunissero, per concertarsi sul da fare, in una taverna vicino al bastione di Sant'Eustacchio. Un certo Aug., capo della società di Soccorso fra sarti, in via Mondétour, aveva fama di intermediario centrale fra i capi e il sobborgo Sant'Antonio. Tuttavia, vi fu sempre molt'ombra intorno a quei capi e nessun episodio può infirmare la fierezza singolare di questa risposta, data più tardi da un accusato davanti alla corte dei Pari:
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