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      Quanto a noi, se fossimo costretti all'opzione fra i barbari della civiltà e gli inciviliti della barbarie, sceglieremmo i barbari.
      Ma, grazie al cielo, un'altra scelta è possibile. Nessuna caduta a picco è necessaria, né in avanti né all'indietro: niente dispotismo, niente terrorismo. Noi vogliamo il progresso in dolce pendìo.
      E Dio provvede! poiché nel raddolcire i pendii sta tutta la politica di Dio.
      VI • ENJOLRAS E I SUOI LUOGOTENENTIAll'incirca verso quest'epoca, Enjolras, in vista del possibile evento, fece una specie di misterioso censimento.
      Eran tutti raccolti in conciliabolo al caffè Musain. Enjolras disse, introducendo nelle sue parole metafore semi enigmatiche, ma significative:
      «Bisogna sapere a che punto ci troviamo e su chi si può contare. Se si vogliono avere i combattenti, bisogna farne: non può nuocere, l'avere i mezzi per colpire. Coloro che transitano hanno più probabilità di prender cornate quando sulla strada ci sono i buoi, di quando non ve ne sono; perciò, contiamo un poco il gregge. Quanti siamo? Non si tratta di rimandare questo lavoro a domani. I rivoluzionarî debbono sempre aver fretta, perché il progresso non ha tempo da perdere. Stiamo in guardia di ciò che capita all'improvviso e non lasciamoci cogliere alla sprovvista. Si tratta di ripassare tutte le cuciture fatte e di vedere se resistono: e la faccenda dev'esser finita entro oggi. Tu, Courfeyrac, vedrai gli studenti della scuola politecnica: oggi, è il loro giorno d'uscita, mercoledì. Voi, Feuilly, nevvero? vedrete quelli della Ghiacciaia.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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