Combeferre m'ha promesso di recarsi a Picpus, dove c'è un ottimo fermento. Bahorel visiterà la Cala secca. I massoni s'intepidiscono, Prouvaire: ci porterai notizie della loggia di via Grenelle Saint-Honoré. Joly si recherà alla clinica di Dupuytren e tasterà il polso alla scuola di medicina; Bossuet farà un giretto al palazzo di Giustizia e parlerà cogli avvocati praticanti. Quanto a me, m'incarico della Cocuzza.»
«Ecco tutto a posto,» disse Courfeyrac.
«No.»
«Che c'è ancora?»
«Una cosa importantissima.»
«Quale?» chiese Courfeyrac.
«La barriera del Maine,» rispose Enjolras.
Rimase un momento come assorto nelle sue riflessioni, poi riprese:
«Alla barriera del Maine vi sono scultori e pittori, praticanti negli studi di scultura. È una famiglia entusiasta, ma facile a smontare. Non so che cos'abbiano da qualche tempo in qua; pensano ad altro, si smorzano e passano il tempo a giocare a domino. Sarebbe urgente recarsi a parlar loro un poco, e risolutamente. Si riuniscono da Richefeu, dove si posson trovare da mezzogiorno all'una. Bisognerebbe soffiare su quelle ceneri; avevo fatto conto per questo su quel distratto di Mario, che, tutto sommato, è buono, ma non viene più. Mi ci vorrebbe qualcuno per la barriera del Maine e non ho più nessuno.»
«Ci sono io,» disse Grantaire.
«Tu?»
«Io.»
«Tu, addottrinare i repubblicani! Tu, riscaldare in nome dei principî i cuori che si raffreddano?»
«E perché no?»
«È possibile che tu sia buono a qualche cosa?»
«Ma io ne avrei la vaga ambizione,» disse Grantaire.
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