Secondariamente, Montparnasse era sfuggito a Javert, e bisognava aspettare un'altra occasione per rimettere le unghie su quello «zerbinotto del diavolo». Montparnasse, infatti, avendo incontrato Eponina che stava in vedetta sotto gli alberi del viale, l'aveva condotta seco, preferendo esser Nemorino colla figlia, che Schinderhannes col padre; e aveva fatto bene; così era libero. Quanto ad Eponina, Javert l'aveva fatta «ripescare,» consolazione mediocre, e l'aveva mandata a raggiungere Azelma alle Madelonnettes.
Infine, nel tragitto dalla catapecchia Gorbeau alla Force, uno dei principali arrestati, Claquesous, s'era dileguato. Non si sapeva come potesse esser andata la cosa e gli agenti e le guardie municipali «non ne capivan nulla»: era evaporato, sgusciato via dalle manette, filtrato attraverso le fenditure della carrozza, oppure questa s'era fessa lasciandolo colare. Insomma, non si sapeva che dire, all'infuori che, all'arrivo alla prigione, non v'era più stata traccia di Claquesous. V'era sotto la mano di qualche incantatore, oppure quella della polizia. S'era proprio sciolto nelle tenebre, Claquesous, come un fiocco di neve nell'acqua? O v'era stata una inconfessata connivenza degli agenti? Forse quell'uomo apparteneva al duplice enigma del disordine e dell'ordine ed era concentrico all'infrazione quanto alla repressione? Quella sfinge aveva dunque le zampe anteriori nel delitto e le posteriori nell'autorità? Javert non accettava codeste combinazioni e si sarebbe impennato di fronte a siffatti compromessi, ma la sua scorta comprendeva altri ispettori, oltre a lui, forse più iniziati, sebbene a lui subordinati, nei segreti della prefettura, e Claquesous era un tale scellerato, che poteva benissimo essere un ottimo agente.
| |
Montparnasse Javert Eponina Nemorino Schinderhannes Eponina Javert Azelma Madelonnettes Gorbeau Force Claquesous Claquesous Claquesous Claquesous
|