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      Il giudice d'istruzione l'aveva fatto lasciar libero per via di quell'aria scema, credendolo più utile nel cortile Carlomagno che nella cella della segregazione.
      I ladri non s'interrompono per il fatto d'esser nelle mani della giustizia; non si rimane imbarazzati per così poco. Essere in prigione per un delitto non toglie d'incominciarne un altro; quegli artisti hanno un quadro esposto al Salon, ma non per questo cessano dal lavorare ad una nuova opera nel loro studio.
      Brujon sembrava istupidito dalla prigione. Lo vedevano talvolta per ore ed ore, nel cortile Carlomagno, ritto vicino al finestrino del cantiniere, che contemplava come un idiota quel sordido cartello dei prezzi della cantina, che incominciava con: aglio, sessantadue centesimi, e finiva con: sigaro, cinque centesimi. Oppure passava il tempo a tremare, battendo i denti e affermando d'avere la febbre, informandosi se uno dei ventotto letti della sala dei febbricitanti fosse vacante.
      Ad un tratto, verso la seconda quindicina di febbraio del 1832, si seppe che Brujon, quell'addormentato, aveva fatto fare, dai fattorini della casa di detenzione, non sotto il proprio nome, ma sotto il nome di tre suoi compagni, tre diverse commissioni, che gli eran costate in tutto cinquanta soldi; spesa esorbitante, che richiamò l'attenzione del brigadiere della prigione. Vennero prese informazioni e, consultando la tariffa delle commissioni, affissa nel parlatorio dei detenuti, si giunse a sapere che i cinquanta soldi si potevano scomporre così: tre commissioni, di cui una al Pantheon, per dieci soldi, un'altra alla Val de Grace, per quindici e una alla barriera di Grenelle, per venticinque; quest'ultima era la più cara di tutta la tariffa.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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