Ora, capitò per l'appunto che in quello stesso momento, mancando nell'istruzione del processo Thénardier prove a carico delle figlie, Eponina e Azelma furono rilasciate. Quando Eponina uscì, la Magnon, che la spiava alla porta delle Madelonnettes, le consegnò il biglietto di Brujon e Babet, incaricandola di esplorare la casa.
      Eponina si recò in via Plumet, riconobbe la cancellata e il giardino, osservò la casa, spiò e osservò e, pochi giorni dopo, portò alla Magnon, che abitava in via Clocheperce, un biscotto che quest'ultima rimise all'amante di Babet, alla Salpetrière. Un biscotto, nel tenebroso simbolismo delle prigioni, significa nulla da fare.
      In tal modo, meno d'una settimana dopo, Babet e Brujon, incontrandosi lungo il sentiero di ronda della Force, mentre uno si recava «all'istruzione» e l'altro ne ritornava, si scambiarono alcune parole. «Ebbene,» chiese Brujon «e la via P.?» «Biscotto,» rispose Babet.
      Così abortì quel feto di delitto, generato da Brujon alla Force. Pure, quell'aborto ebbe un seguito, perfettamente estraneo al programma di Brujon. Lo si vedrà.
      Spesso, credendo di legare un filo, se ne lega un altro.
      III • APPARIZIONE A PAPÀ MABEUFMario non si recava più da nessuno; solo, gli accadeva talvolta d'incontrare papà Mabeuf.
      Mentre Mario scendeva lentamente quei funesti scalini che potrebbero esser chiamati scala della cantina, poiché conducono in luoghi senza luce, in cui si sentono i felici camminare sopra di sé, Mabeuf scendeva per conto suo.
      La Flora di Cauteretz non si vendeva assolutamente più e le esperienze sull'indaco non eran riuscite nel giardinetto d'Austerlitz, ch'era mal esposto; e Mabeuf poteva solo coltivarvi alcune piante rare, che prediligono l'umidità e l'ombra.