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      Dopo tutto, nulla gli impediva d'essere prudente e di prendere le sue precauzioni.
      Quanto all'educazione di Cosette, essa era quasi finita e completa.
      Una volta presa quella decisione, attese l'occasione, che non tarḍ a presentarsi. Il vecchio Fauchelevent moŕ e allora Jean Valjean chiese udienza alla reverenda priora e le disse che, avendo fatto alla morte del fratello una piccola eredità che gli permetteva ormai di vivere senza lavorare, abbandonava il servizio del convento e portava con sé la figlia; ma che, siccome non era giusto che Cosette non pronunciando affatto i voti, fosse stata allevata gratuitamente, supplicava umilmente la reverenda priora di trovar ben fatto ch'egli offrisse alla comunità, come indennizzo dei cinque anni che Cosette vi aveva trascorso, la somma di cinquemila franchi.
      In tal modo Jean Valjean usć dal convento dell'Adorazione Perpetua. Lasciando il convento, prese egli stesso sotto il braccio e non volle affidare a nessun fattorino la valigetta di cui portava sempre indosso la chiave; quella valigetta dava da pensare a Cosette, per via dell'odore balsamico che ne usciva.
      Diciamo subito che quella valigetta, ormai, non lo abbandoṇ più. La teneva sempre nella sua stanza ed era la prima e, talvolta, l'unica cosa ch'egli portasse seco nei suoi traslochi; Cosette ne rideva e chiamava quella valigia, l'inseparabile, dicendo: «Ne sono gelosa.»
      Del resto, Jean Valjean non riapparve all'aria libera senza una profonda ansietà. Scoperse la casa di via Plumet e vi si rintaṇ: ormai, era in possesso del nome d'Ultimo Fauchelevent.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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