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      Infatti, non v'è nulla di piccolo; e chiunque sia soggetto alle profonde meditazioni sulla natura lo sa. Benché nessuna soddisfazione assoluta sia data alla filosofia, né essa possa meglio circoscrivere la causa che limitare l'effetto, pure il contemplatore cade in estasi indefinibili a motivo di tutte queste decomposizioni di forze che fanno capo all'unità. Tutto lavora a tutto.
      L'algebra si applica alle nubi; lo splendere dell'astro giova alla rosa e nessun pensatore oserebbe affermare che il profumo del biancospino sia inutile alle costellazioni. Chi può dunque calcolare la traiettoria d'una molecola? Che sappiamo noi, se talune creazioni di mondi non siano determinate dalla caduta di grani di sabbia? Chi dunque conosce i flussi e i riflussi reciproci dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo, gli echi delle cause nei precipizi dell'essere e le valanghe della creazione? Un àcaro conta; il piccolo è grande e il grande è piccolo; tutto è in equilibrio nella necessità, visione che sgomenta lo spirito. Vi sono fra gli esseri e le cose relazioni prodigiose, e in quell'inesauribile insieme non ci si disprezza, da sole a moscerino: si ha bisogno l'uno dell'altro. La luce non porta certo nell'azzurro i profumi terrestri senza sapere quel che ne faccia; la notte fa la distribuzione d'essenze stellari ai fiori addormentati. Tutti gli uccelli che volano hanno ad una zampa il filo dell'infinito. La germinazione è formata dalla nascita d'una meteora e dal colpo di becco della rondinella che rompe l'uovo e tratta ad un tempo la nascita d'un verme e l'avvento di Socrate.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Socrate