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      Ma tu romperai quel ferro, fuggirai; benissimo! Ti trascinerai sul ventre fra i cespugli e mangerai l'erba, come gli animali dei boschi. E sarai ripreso. Allora passerai anni ed anni in una specie di tomba, attaccato ad un muro, brancolando per bere nella brocca, dando morsi in uno spaventoso pane delle tenebre che i cani non vorrebbero mordere, mangiando fave che i vermi avranno mangiato prima di te. Sarai millepiedi in una cantina. Oh, abbi pietà di te, miserabile fanciullo, così giovane, che poppavi ancora meno di vent'anni or sono e che hai forse ancora tua madre! Ascoltami, te ne scongiuro. Tu vuoi la bella stoffa, le scarpe di vernice, vuoi pettinarti bene e metterti sui riccioli un profumo, piacere alle donnine, esser bello; e invece sarai rasato ben bene, con un camiciotto rosso e gli zoccoli. Vuoi un anello al dito e avrai un collare al collo; e, se guardi una donna, una bastonata. Entrerai là a vent'anni e ne uscirai a cinquanta. Entrerai giovane, roseo, fresco, cogli occhi vividi e tutti i denti bianchi e la bella capigliatura d'adolescente ed uscirai schiantato, curvo, rugoso, sdentato e orribile, coi capelli bianchi! O mio povero ragazzo, tu batti una falsa strada e la pigrizia ti consiglia male! Il più duro dei lavori è il furto. Credimi; non intraprendere codesto penoso lavoro d'esser poltrone. Non è comodo, diventare un furfante; è meno malagevole esser onesto. Ed ora va', e pensa a quello che t'ho detto. A proposito, che volevi da me? La borsa? Eccola.»
      Ed il vecchio, lasciando libero Montparnasse, gli pose in mano la borsa, che Montparnasse pesò colle mani e che poi, colla stessa precauzione che se l'avesse rubata, lasciò scivolare nella tasca posteriore della finanziera.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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