Detto e fatto questo, il buon vecchio voltò le spalle e riprese tranquillo la sua passeggiata.
«Che imbecille!» mormorò Montparnasse.
Chi era quel buon vecchio? Certo, il lettore l'ha indovinato.
Montparnasse, stupefatto, lo guardò sparire nel crepuscolo; e quella contemplazione gli fu fatale.
Infatti, mentre il vecchio s'allontanava, Gavroche s'avvicinava. Egli, con un'occhiata, s'era assicurato che papà Mabeuf fosse addormentato, fosse sempre seduto sulla panca; poi il birichino, uscito dal suo cespuglio, cominciò a strisciare nell'ombra, dietro Montparnasse immobile. Giunto in tal modo fino a Montparnasse, senza esser né visto né inteso, insinuò dolcemente la mano nella tasca posteriore della finanziera di bella stoffa nera, afferrò la borsa, ritirò la mano e, rimettendosi a strisciare, compì una evasione da colubro delle tenebre. Montparnasse, che non aveva motivo di stare all'erta e stava pensando, per la prima volta in vita sua, non si accorse di nulla. Tornato al punto in cui stava papà Mabeuf, Gavroche gettò la borsa al disopra della siepe e fuggì a gambe levate.
La borsa cadde su un piede di papà Mabeuf e lo svegliò: era a due scompartimenti. In uno v'erano poche monetine; nell'altro, sei napoleoni.
Sgomentatissimo, Mabouf, la portò alla governante.
«È caduta dal cielo,» disse mamma Plutarco.
LIBRO QUINTOIN CUI LA FINE NON RASSOMIGLIA AL PRINCIPIO
I • LA SOLITUDINE E LA CASERMA COMBINATEIl dolore di Cosette, ancora tanto straziante e vivo quattro o cinque mesi prima, era, ad insaputa di lei, entrato in convalescenza.
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