Trascorsero così alcuni anni. Thénardier ne pronosticava bene; gli capitò di dire alla Magnon, un giorno in cui questa gli consegnava i dieci franchi mensili: «Bisognerà che 'il padre' li faccia istruire».
Ad un tratto quei due poverini, fino allora abbastanza protetti, perfino dalla loro cattiva sorte, furono bruscamente buttati nella vita e costretti ad iniziarla.
Un arresto in massa di malfattori, come quello accaduto nella stamberga Jondrette, necessariamente complicato di perquisizioni e d'ulteriori incarcerazioni, è un vero disastro per quella ripugnante contro-società occulta, che vive sotto la società pubblica. Un'avventura di quel genere provoca altri crolli in quel mondo sinistro; e la catastrofe dei Thénardier produsse quella della Magnon.
Un giorno, poco dopo che la Magnon ebbe consegnato ad Eponina il biglietto relativo alla via Plumet, ci fu in via Clocheperce una subitanea irruzione della polizia; la Magnon fu arrestata, insieme colla signorina Miss, e tutti i casigliani, sospetti, caddero nella retata. I due bimbi stavano giocando in un cortile intorno e non videro nulla della razzia operata; quando vollero rincasare, trovarono la porta chiusa e la casa vuota. Un ciabattino d'una botteguccia dirimpetto li chiamò e consegnò ad essi un biglietto che «la loro madre» aveva lasciato. Sul foglio v'era un indirizzo: Signor Barge, procuratore, via Re di Sicilia, n. 8. L'uomo della botteguccia disse loro: «Voi non abitate più qui. Andate laggiù: è vicinissimo, la prima via a sinistra.
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