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      Il letto di Gavroche era completo, il che significava che v'erano un materasso, una coperta e un baldacchino con tende. Il materasso era una stuoia di paglia, la coperta un riquadro piuttosto grande di grossa lana scura, caldissimo e quasi nuovo; ed ecco in che consisteva il baldacchino:
      Tre pali piuttosto lunghi ficcati ed assicurati nei calcinacci del suolo, ossia del ventre dell'elefante, due davanti e uno dietro, e riuniti con una corda all'altra loro estremità, in modo da formare un fascio piramidale. Quel fascio reggeva una graticciata di filo d'ottone, che v'era semplicemente appoggiata sopra, ma disposta con arte e assicurata da legamenti di filo di ferro, in modo da avvolgere completamente i tre pali. Una striscia di grossi sassi fissava intorno intorno quella graticciata sul suolo, così da non lasciar passar nulla al disotto. Quella graticciata non era altro che un pezzo di quelle reti d'ottone colle quali si rivestono le uccelliere nei serragli. Il letto di Gavroche stava sotto quella rete, come in una gabbia. Il complesso somigliava ad una tenda esquimese; e quella graticciata faceva per l'appunto le veci delle tendine.
      Gavroche scostò un poco i sassi che tenevan fissa al suolo la graticciata nella parte anteriore e i due lembi della rete, che ricadevan l'uno sull'altro, s'apersero.
      «A quattro zampe, marmocchi!» disse Gavroche.
      Fece entrare con precauzione gli ospiti nella gabbia, poi entrò strisciando dopo di essi, riaccostò i sassi e richiuse ermeticamente l'apertura.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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