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      Verso mezzogiorno vi si vede un poco. L'inconveniente di codeste camere che, evidentemente, non sono segrete, è di lasciar meditare esseri che bisognerebbe far lavorare.
      Dunque, Brujon aveva meditato, ed era uscito dalla cella di rigore con una corda. Siccome era reputato pericolosissimo nel cortile Carlomagno, venne messo nell'Edificio Nuovo. La prima cosa che trovò nell'Edificio Nuovo fu Gueulemer, la seconda, fu un chiodo; Gueulemer, ossia il delitto, e un chiodo, ossia la libertà.
      Brujon, del quale è giunto il momento di farsi un'idea completa, era, sotto una apparente complessione delicata e un languore profondamente premeditato, un uomo ben piantato, cortese, intelligente e ladro, dallo sguardo carezzevole e dal sorriso atroce: il suo sguardo veniva dalla volontà ed il sorriso dalla sua natura. I suoi primi studi nell'arte che esercitava s'eran rivolti verso i tetti, ed aveva fatto fare grandi progressi all'industria dei ladri di piombo, che spogliavano i rivestimenti e spianavano le grondaie col procedimento detto del doppio grasso.
      Ciò che finiva di rendere il momento favorevole per un tentativo di evasione era che i conciatetti stavano rimaneggiando e rimettendo a posto, proprio in quel periodo, una parte delle tegole della prigione. Il cortile San Bernardo non era più assolutamente isolato da quelli Carlomagno e San Luigi; v'eran lassù impalcature e scale o, in altri termini, ponti e scale aperti verso la libertà.
      L'Edificio Nuovo, ch'era quanto si poteva vedere al mondo di più scalcinato e decrepito, era il punto debole della prigione.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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