Quell'uomo, coi suoi cani, tornava due volte durante la notte.
Thénardier aveva ottenuto il permesso di conservare una specie di caviglia di ferro, della quale si serviva per infilzare il pane contro una fenditura del muro «per preservarlo dai topi», diceva. Siccome Thénardier era guardato a vista, non si era trovato alcun inconveniente nel lasciargli quella caviglia; però venne ricordato più tardi, che un guardiano aveva detto: «Sarebbe meglio lasciargli solo una caviglia di legno.»
Alle due del mattino, vennero a dare il cambio alla sentinella, ch'era un soldato anziano, e lo sostituirono con un coscritto. Pochi istanti dopo l'uomo dai cani fece la sua visita e se ne andò senza aver notato nulla, salvo forse, la troppa grande giovinezza e l'aria da contadino del turlulù. Due ore dopo, alle quattro, quando vennero a rilevare il coscritto, lo trovarono addormentato e lungo e disteso in terra, come un masso, vicino alla gabbia di Thénardier. Quanto a Thénardier, non v'era più: i suoi ferri infranti giacevano sul pavimento; v'era un foro nel soffitto. Una tavola del letto era stata strappata e portata via, certo, poiché non fu più trovata. Venne pure sequestrata nella cella una bottiglia mezzo vuota, che conteneva il resto del vino stupefacente col quale era stato addormentato il coscritto. La baionetta del soldato era scomparsa.
Nel momento in cui tutto ciò venne scoperto, si credette che Thénardier fosse completamente in salvo. La realtà è ch'egli non era più nell'Edificio Nuovo, ma era ancora in grave pericolo; la sua evasione non era consumata.
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