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      Ascoltava: ma all'infuori di una pattuglia, nessuno era transitato nella via da quando si trovava lì! Infatti, quasi tutti gli arrivi degli ortolani di Montreuil, di Charonne, di Vincennes e di Bercy al mercato avvengono da via Sant'Antonio.
      Suonarono le quattro. Thénardier trasalì; pochi momenti dopo, quello sgomento e confuso rumore che segue un'evasione scoperta si levò dalla prigione: il fracasso delle porte aperte e richiuse, lo stridere dei cancelli sui gangheri, il tumulto del corpo di guardia, i rauchi richiami dei secondini e l'urto dei calci dei fucili sul lastrico dei cortili giunsero fino a lui. Alle finestre ingraticciate dei dormitorî apparivan lumi che salivano e scendevano, mentre una torcia correva in cima all'Edificio Nuovo: poiché eran stati chiamati i pompieri della caserma vicina ed i loro elmi, che la torcia illuminava sotto la pioggia, andavano e venivano lungo i tetti. Contemporaneamente Thénardier scorgeva dalla parte della Bastiglia un pallido chiarore che imbiancava spaventosamente lo sfondo del cielo.
      Egli si trovava alla sommità di un muro di dieci pollici di larghezza, lungo disteso sotto un rovescio di pioggia, con due abissi a destra e a sinistra, senza potersi muovere, in preda alla vertigine d'una possibile caduta ed all'orrore d'un arresto sicuro; ed il suo pensiero, come il battaglio d'una campana, andava dall'una all'altra di queste idee: «Preso, se rimango; morto, se cado.»
      In quell'angoscia, egli vide ad un tratto, nella via ch'era ancora oscurissima, un uomo sgattaiolare lungo i muri, venire dalla parte di via Pavée, fermarsi nello spiazzo al disopra del quale Thénardier era come sospeso.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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