Il commerciante che dice: Montpellier disponibile, Marsiglia bella qualità, l'agente di cambio che dice: Riporto, premio, fine corrente, il giocatore che dice: Busso, volo, striscio, l'usciere delle isole normanne che dice: Il censuario che si stabilisce nel suo fondo non potrà reclamare i frutti di questo fondo durante il trapasso per eredità dei beni immobili del rinunciante, l'autore d'operette che dice: Han fatto divertire l'orso, l'attore che dice: Ho fatto forno, il filosofo che dice: Triplicità fenomenale, il cacciatore che dice: Ho tirato a frullo, ma ho spadellato, il frenologo che dice: Amatività, combattività, secretività, il fantaccino che dice: Il mio clarinetto, il cavaliere che dice: Il mio pollo d'lndia, il maestro d'armi che dice: Terza, quarta, rompete, lo stampatore che dice: Collocare sul vantaggio, tutti, stampatore, maestro d'armi, cavaliere, fantaccino, frenologo, cacciatore, filosofo, attore, autore, usciere, giocatore, agente di cambio e commerciante, parlano in gergo. Il pittore che dice: Il mio lavapennelli, il notaio che dice: Il mio scavalcafossi, il parrucchiere che dice: Il mio commesso, il ciabattino che dice: il mio garzone, parlano in gergo. A stretto rigore, e se assolutamente lo si vuole, tutti i diversi modi di dire la destra e la sinistra, come babordo e tribordo per il marinaio, lato corto e lato giardino per il macchinista teatrale, lato dell’epistola e lato dell'angelo per il chierico, sono vero gergo. V'è il gergo delle sdolcinate come vi fu quello delle preziose: e il palazzo di Rambouillet confinava un pochino colla Corte dei Miracoli.
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