Diminuire il numero dei secondi ed aumentare il numero dei primi: ecco lo scopo. Per questo noi gridiamo: «Insegnamento! Scienza!»
Insegnare a leggere, significa accendere il fuoco; ogni sillaba compitata sfavilla.
Del resto, chi dice luce non dice necessariamente gioia. Si soffre, nella luce; l'eccesso brucia, la fiamma è nemica dell'ala. Bruciare senza cessar di volare, ecco il prodigio del genio.
Quando conoscerete e quando amerete, soffrirete ancora. La luce nasce in lagrime; ed i luminosi piangono, non foss'altro, su quelli delle tenebre.
II • RADICIIl gergo è la lingua delle tenebre.
Il pensiero si sente commosso fin nelle sue più cupe profondità, la filosofia sociale si sente spinta alle sue più dolorose meditazioni in presenza di questo enigmatico dialetto, malfamato e ribelle nello stesso tempo. V'è in esso un castigo visibile; ogni sillaba di esso sembra portare il marchio; le frasi della lingua volgare v'appaiono come raggrinzite e disseccate sotto il ferro rovente del carnefice e talune par che fumino ancora. La tale frase fa l'effetto della spalla d'un ladro, bollata col fiordaliso e bruscamente messa a nudo. L'idea rifiuta quasi di lasciarsi esprimere da quei sostantivi pregiudicati e la metafora è in essa tanto sfrontata, da far capire ch'è stata alla gogna.
Del resto, malgrado tutto ciò e proprio per ciò, codesto strano dialetto ha per diritto il suo scomparto in quel grande casellario imparziale in cui v'è posto tanto per il quattrino ossidato, quanto per la medaglia d'oro, e che si chiama la letteratura.
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