La maggior parte di quelle canzoni sono tristi; talune sono allegre ed una è tenera:
«Quest'è il teatro — del piccolo arciere.»
Si ha un bel fare, ma non è possibile annientare l'eterno sopravvissuto del cuore umano, l'amoreIn questo mondo delle azioni sinistre, tutti conservano il segreto. Il segreto è di tutti; il segreto, per quei miserabili, è l'unità che serve di base all'unione. Rompere il segreto, vuol dire strappare a ciascun membro di quella selvatica comunità qualche cosa di suo; e denunciare, nell'energica lingua del gergo, si dice: mangiare il boccone, come se il denunciatore tirasse a sé un po' della sostanza di tutti e si nutrisse d'un pezzo della carne di ciascuno.
Come si dice ricevere uno schiaffo? La metafora banale risponde: si dice vedere trentasei candele. Qui interviene il gergo e riprende: Candela, camoufle. In base a ciò, il linguaggio usuale dà per sinonimo allo schiaffo il vocabolo camouflet. In tal modo, per una specie di penetrazione dal basso in alto, coll'aiuto di quella incalcolabile traiettoria che è la metafora, il gergo sale dalla caverna all'accademia; e Poulailler che dice: J'allume ma camoufle (accendo la mia candela) fa scrivere a Voltaire: Langleviel La Beaumelle mérite cent camouflets (merita cento schiaffi).
Uno scavo nel gergo, vuol dire la scoperta ad ogni piè sospinto. Lo studio e l'approfondimento di questo strano idioma conducono al misterioso punto d'intersezione della società regolare colla società maledetta.
Il gergo, è il verbo divenuto galeotto.
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Candela Poulailler Voltaire Langleviel La Beaumelle
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