È necessario continuare ad alzare gli occhi verso il cielo? Il punto luminoso che vi si distingue è di quelli che si spengono? L'ideale è difficile a vedersi perduto in quel modo nelle profondità, piccolo, isolato, impercettibile e brillante, ma circondato da tutte quelle grandi minacce nere mostruosamente ammonticchiate intorno a lui; eppure, esso non è più in pericolo di quel che non sia una stella tra le fauci delle nubi.
LIBRO OTTAVO
INCANTI E DESOLAZIONII • PIENA LUCE
Il lettore ha capito che Eponina, avendo riconosciuto attraverso il cancello l'abitante di quella via Plumet, in cui l'aveva mandata la Magnon, aveva incominciato coll'allontanare i banditi dalla via Plumet e poi v'aveva condotto Mario; e che dopo molti giorni d'estasi davanti a quel cancello, Mario, trascinato da quella forza che spinge il ferro verso la calamita e l'innamorato verso le pietre di cui è fatta la casa di colei che ama, aveva finito per entrare nel giardino di Cosette, come Romeo in quello di Giulietta. Anzi, gli era riuscito più facile che a Romeo; questi era costretto a scalare un muro, mentre Mario ebbe soltanto da forzare un poco una delle sbarre della decrepita cancellata, che vacillava nel proprio alveolo arrugginito, come i denti dei vecchi. Mario era snello e passò facilmente.
Nella via non v'era mai nessuno, e poiché, d'altra parte, egli penetrava nel giardino solo di notte, Mario non correva rischio d'esser veduto.
A partire da quell'ora benedetta e santa in cui un bacio fidanzò quelle due anime, Mario si recò laggiù tutte le sere.
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