È un errore credere che la passione, quando sia felice e pura, conduca l'uomo alla perfezione: lo conduce semplicemente, come abbiamo constatato, a uno stato d'oblio. In quella situazione, l'uomo dimentica d'esser cattivo; ma dimentica pure d'esser buono: la riconoscenza, il dovere, i ricordi essenziali ed importuni svaniscono. In qualunque altro momento, Mario sarebbe stato ben diverso con Eponina; ma, assorto in Cosette, non s'era neppur reso ben conto che quella Eponina si chiamava Eponina Thénardier, e che portava un nome scritto nel testamento di suo padre, quel nome per il quale, qualche tempo prima, si sarebbe così ardentemente sacrificato. Noi mostriamo Mario com'era; suo padre stesso scompariva un poco nella sua anima, sotto lo splendore di quell'amore.
Egli rispose un po' imbarazzato:
«Ah, siete voi, Eponina?»
«Perché mi date del voi? V'ho forse fatto qualche cosa?»
«No,» egli rispose.
Certo, non aveva nulla contro di lei; tutt'altro. Solo, sentiva di non poter fare altrimenti; dal momento che dava del tu a Cosette, non poteva che dare del voi ad Eponina.
Siccome egli stava zitto, ella esclamò:
«Dite, dunque...»
Poi si fermò. Pareva che mancasse la parola a quella creatura un tempo così noncurante e sfrontata; tentò di sorridere e non poté. Riprese:
«Ebbene?...»
Poi tacque e rimase cogli occhi bassi.
«Buona sera, signor Mario,» disse ad un tratto, e se ne andò.
IV • «CAB» IN INGLESE È VEICOLO E IN GERGO ABBAIAIl giorno seguente (era il 3 giugno, il 3 giugno 1832, data che bisogna indicare a motivo dei grandi avvenimenti a quell'epoca sospesi sull'orizzonte di Parigi come nubi cariche), Mario, al crepuscolo, stava seguendo la strada della vigilia, cogli stessi sentimenti di felicità nel cuore, quando scorse fra gli alberi del viale Eponina, che gli veniva incontro.
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