Pagina (1325/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      V'era nell'accento con cui egli pronunciò quelle parole una malinconia così solenne e tranquilla, che Cosette fremette: sentì il freddo di quando una verità triste ci sfiora e dall'ambascia cessò di piangere.
      «Ed ora, ascoltami,» egli disse. «Non aspettarmi, domani.»
      «Perché?»
      «Aspettami solo dopodomani.»
      «Oh! E perché?»
      «Lo vedrai.»
      «Un giorno senza vederti! Impossibile!»
      «Sacrifichiamo un giorno, per aver forse tutta la vita.»
      E Mario soggiunse a bassa voce, come se parlasse a se stesso:
      «È un uomo che non cambia nulla alle sue abitudini; e non ha mai ricevuto alcuno se non di sera.»
      «Di che uomo parli?» chiese Cosette.
      «Io? Non ho detto nulla.»
      «Che cosa speri, dunque?»
      «Aspetta fino a dopodomani.»
      «Lo vuoi proprio?»
      «Sì, Cosette
      Ella gli prese il capo fra le mani, alzandosi sulla punta dei piedi per farsi della sua statura e cercando di vedergli negli occhi la sua speranza. Mario riprese:
      «Ora che ci penso, bisogna che tu sappia il mio indirizzo; può capitare qualche cosa, non si sa mai. Abito in casa di quel mio amico che si chiama Courfeyrac, in via della Vetreria, numero 16.»
      Si frugò in tasca, ne trasse un temperino e scrisse colla lama sull'intonaco del muro: rue de la Verrerie, 16.
      Cosette, intanto, era tornata a guardarlo negli occhi.
      «Dimmi la tua idea, Mario. Tu hai un'idea: dimmela! Oh, dimmela, ch'io possa passare una buona notte!»
      «La mia idea, eccola: è impossibile che Dio voglia separarci. Aspettami dopodomani.»
      «E cosa farò fino ad allora?» disse Cosette. «Tu sei fuori, vai e vieni; come sono fortunati, gli uomini!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Cosette Mario Cosette Cosette Courfeyrac Vetreria Verrerie Mario Dio Cosette