Abbassò gli occhi e:
«No,» rispose.
«E, allora,» esclamò impetuosamente il vecchio, con un dolore straziante e pieno di collera «che cosa volete da me?»
Mario giunse le mani, fece un passo e disse, con voce debole e tremante:
«Signore, abbiate pietà di me.»
Questa frase scosse Gillenormand. Pronunciata prima, l'avrebbe intenerito; ora giungeva troppo tardi. Il nonno s'alzò; s'era appoggiato sul bastone con ambo le mani, aveva le labbra smorte e gli tremava la fronte; ma la sua alta statura dominava Mario, chino.
«Pietà di voi, signore? L'adolescente chiede pietà al vecchio di novantun anni! Voi entrate nella vita, mentre io ne esco; andate a teatro, al ballo, al caffè, al bigliardo, siete spiritoso, andate a genio alle donne, siete un bel giovane; ed io, in piena estate, sto sputando l'anima su questi tizzoni. Voi siete ricco delle sole ricchezze vere, mentre io ho tutte le povertà della vecchiaia, l'infermità e l'isolamento; voi avete ancora trentadue denti, un buon stomaco, l'occhio vivo, forza, appetito, salute, allegria, una selva di capelli neri; io non ho più nemmeno i capelli bianchi, ho perduto i denti, perdo le gambe e sto perdendo la memoria: vi sono tre nomi di via che confondo sempre, la via Charlot, la via Chaume e la via Saint-Cloude. Ecco a che punto mi trovo; voi avete davanti tutto l'avvenire pieno di sole, mentre io incomincio a non veder più niente, tanto sto avanzando nelle tenebre; voi siete innamorato, manco a dirlo, mentre io non sono amato da nessuno al mondo.
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Gillenormand Mario Charlot Chaume Saint-Cloude
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