Scorse un giardiniere che passava e gli chiese:
«Che succede?»
Il giardiniere rispose, colla vanga sulle spalle e coll'accento più tranquillo possibile:
«C'è qualche tafferuglio.»
«Come! Una sommossa?»
«Sì. Stanno battendosi.»
«E perché si battono?»
«E chi lo sa?» fece il giardiniere.
«Da che parte?» ripigliò Mabeuf.
«Dalla parte dell'Arsenale.» Papà Mabeuf rientrò in casa, prese il cappello, cercò macchinalmente un libro per metterlo sotto il braccio, non ne trovò alcuno e disse. «Ah! è vero!» e se ne andò con aria smarrita.
LIBRO DECIMOIL 5 GIUGNO 1832
I • LA SUPERFICIE DELLA QUESTIONEDi che è fatta la sommossa? Di nulla e di tutto. D'una elettricità sprigionata a poco a poco, d'una fiamma scaturita d'un subito, d'una forza vaga, d'un soffio che passa; quel soffio incontra teste che pensano, cervelli che meditano, anime che soffrono, passioni che ardono, miserie che urlano e porta tutto seco.
Dove?
A caso. Attraverso lo stato, attraverso le leggi, attraverso la prosperità e l'insolenza altrui.
Convinzioni offese, entusiasmi inaciditi, indignazioni commosse, istinti guerreschi compressi, coraggio giovanile esaltato, generose passioni, curiosità, desiderio del cambiamento, sete dell'inatteso, per cui ci si diverte a leggere il manifesto d'uno spettacolo nuovo oppure, a teatro, al colpo di fischietto del macchinista, gli odii vaghi, i rancori, i disappunti, ogni vanità che crede d'aver fallito il proprio destino; i disagi, i sogni tenebrosi, le ambizioni vacue; chiunque speri una via d'uscita da un crollo e, finalmente, più in basso di tutto, la moltitudine, fango che piglia fuoco, sono tutti elementi della sommossa.
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Mabeuf Arsenale Mabeuf
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