Precisiamo.
II • IL FONDO DELLA QUESTIONESommossa e insurrezione: sono due collere distinte, una delle quali ha torto, l'altra ragione. Negli stati democratici, i soli fondati sulla giustizia, capita talvolta che una fazione sia usurpatrice; allora la totalità si solleva e la necessaria rivendicazione del suo diritto può giungere fino all'uso delle armi. In tutte le questioni che fanno capo alla sovranità collettiva, la guerra della totalità contro la fazione è insurrezione, mentre l'attacco della fazione contro la totalità è sommossa; secondoché le Tuileries contengono il re o la Convenzione, esse vengono giustamente o ingiustamente attaccate; lo stesso cannone, puntato contro la folla, ha torto il 10 agosto e ragione il 14 vendemmiale. Uguale apparenza e fondo diverso: gli svizzeri difendono il falso. Bonaparte difende il vero. Ciò che il suffragio universale ha fatto nella sua libertà e nella sua sovranità, non può esser disfatto dalla piazza. Lo stesso accade nelle cose di pura civiltà: l'istinto delle masse, chiaroveggente ieri, può esser torbido domani. La stessa furia è legittima contro Terray e assurda contro Turgot. La distruzione delle macchine, il saccheggio dei depositi, l'interruzione delle rotaie, la demolizione dei magazzini portuali, le false strade delle moltitudini, la giustizia negata dal popolo al progresso, Ramus assassinato dai suoi scolari, Rousseau scacciato a sassate dalla Svizzera, è sommossa. Israele contro Mosé, Atene contro Focione, Roma contro Scipione, è sommossa; Parigi contro la Bastiglia, è insurrezione.
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