Il cavillare delle passioni e delle ignoranze è diverso dal balzo del progresso. Sollevatevi pure! ma per crescere. Fatemi vedere da che parte andate, poiché non v'è insurrezione senza progresso, ed ogni altra sollevazione è cattiva. Ogni passo violento all'indietro è sommossa: indietreggiare è una via di fatto contro il genere umano. L'insurrezione è un accesso di furore della verità e le pietre che essa smuove gettano la scintilla del diritto, ma lasciano alla sommossa soltanto fango. Danton contro Luigi XVI, è insurrezione, Hébert contro Danton, è sommossa.
      Quindi se l'insurrezione, in dati casi, può essere, come disse Lafayette, il più santo dei doveri, la sommossa può essere il più fatale dei delitti.
      V'è pure qualche differenza nell'intensità del calore: spesso, l'insurrezione è un vulcano, la sommossa è un fuoco di paglia.
      Come abbiam detto, talvolta la rivolta è nel potere stesso. Polignac è un sedizioso, Camillo Desmoulins è un uomo di governo.
      Qualche volta l'insurrezione è resurrezione.
      Poiché la soluzione di tutto col suffragio universale è un fatto assolutamente moderno, e tutta la storia anteriore è, da quattromila anni a questa parte, colma del diritto violato e del dolore del popolo, ogni epoca della storia porta con sé quella protesta che le è possibile. Sotto i Cesari, non v'era l'insurrezione; ma v'era Giovenale.
      Il facit indignatio sostituisce i Gracchi.
      Sotto i Cesari v'è l'esiliato di Siene; v'è pure l'uomo degli Annali.
      E non parliamo del grandioso esiliato di Patmo che schiaccia egli pure il mondo reale sotto il peso d'una protesta in nome del mondo ideale, fa della visione una satira enorme e getta su Roma-Ninive, su Roma-Babilonia e su Roma-Sodoma il fiammeggiante riflesso dell'Apocalisse, Giovanni, sulla roccia, e la sfinge sul suo piedistallo: si può non capirlo, perché è un ebreo e parla ebraico; ma l'uomo che scrive gli Annali è un latino, diciamo meglio, è un romano.