«Pare che vi sia del chiasso in via Saint-Martin.»
Oppure:
«Nel sobborgo Saint-Antoin.»
E spesso soggiunge con noncuranza:
«Da quelle parti, insomma.»
Pił tardi, quando si sente il fragore lacerante e spaventoso della fucileria e delle scariche di plotone, il bottegaio dice:
«Sta per far caldo, forse? To', si scaldano!»
Un momento dopo, se la sommossa s'avvicina ed aumenta, egli chiude a precipizio la bottega e indossa rapidamente l'uniforme, il che val quanto dire che mette al sicuro le merci ed a repentaglio la vita.
In un crocicchio, in un passaggio, in un vicolo si fa a fucilate; le barricate vengon prese, perdute e riprese; cola il sangue, la mitraglia crivella di fori le facciate delle case, le palle uccidono la gente fin nelle alcove, i cadaveri ingombrano il lastrico. Poche vie pił in lą, si sente il cozzar delle biglie sui bigliardi, nei caffč.
I curiosi ciarlano e ridono a due passi da quelle vie piene di guerra; i teatri aprono i battenti e rappresentano commedie musicali. Transitano le carrozze da piazza; i passanti vanno a pranzo in cittą; e questo, nello stesso quartiere in cui si battono. Nel 1831, la sparatoria venne interrotta per lasciar passare un corteo nuziale.
Quando vi fu l'insurrezione del 12 maggio 1839, in via Saint-Martin, un vecchietto infermo, che tirava a braccia un carretto sormontato da un cencio tricolore, carico di bottiglie piene d'un certo liquido, andava e veniva dalla barricata alla truppa e dalla truppa alla barricata, offrendo imparzialmente bicchieri di cocco, ora al governo, ora all'anarchia.
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Saint-Martin Saint-Antoin Saint-Martin
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