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      «Eccola,» disse il soldato.
      E raccolse qualche cosa che era rotolato per terra. Era un sasso.
      Il parrucchiere corse alla vetrina infranta e vide Gavroche che se la dava a gambe verso il mercato San Giovanni. Il birichino, che aveva sempre in cuore i due marmocchi, non aveva saputo resistere, passando davanti alla bottega del parrucchiere, al desiderio di dargli il buongiorno, e gli aveva tirato un sasso nei vetri.
      «Vedete?» urlò il parrucchiere, che da bianco s'era fatto verde. «Ecco uno che fa il male per il male. Che cosa ho fatto, io, a quel monello?»
      IV • IL FANCIULLO SI MERAVIGLIA DEL VECCHIOIntanto Gavroche, al mercato San Giovanni, dove il posto di guardia era già stato disarmato, operava il suo collegamento con una banda condotta da Enjolras, Courfeyrac, Combeferre e Feuilly. Essi erano armati, o pressapoco; Bahorel e Jean Prouvaire li aveva trovati ed ingrossavano il gruppo. Enjolras aveva un fucile da caccia a due colpi, Combeferre un fucile da guardia nazionale, con un numero di legione e, alla cintola, due pistole che la finanziera sbottonata lasciava scorgere, Jean Prouvaire un vecchio moschetto da cavalleria, Bahorel una carabina; Courfeyrac agitava uno stocco, mentre Feuilly, con una sciabola in pugno, marciava in testa, gridando: «Viva la Polonia
      Giungevano dal lungo Senna Morland, senza cravatta, senza cappello, ansimanti, fradici di pioggia, gli occhi lampeggianti. Gavroche li avvicinò calmo.
      «Dove andiamo?»
      «Vieni.»
      Dietro Feuilly camminava, o meglio, procedeva a sbalzi, Bahorel, che si sentiva pesce nell'acqua della sommossa.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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