Zuppa di Pesce e Fricassea s'erano unite ai costruttori. Fricassea andava e veniva, carica di calcinacci; la sua stanchezza dava una mano alla barricata, ed ella serviva le pietre come avrebbe servito il vino, coll'aria addormentata.
Un omnibus tirato da due cavalli bianchi passò all'estremità della via.
Bossuet scavalcò le pietre, corse, fermò il cocchiere, fece scendere i viaggiatori, diede la mano «alle signore», congedò il conducente e tornò, tirandosi dietro il veicolo ed i cavalli per la briglia.
«Gli omnibus,» disse «non passano davanti a Corinto. Non licet omnibus adire Corinthum.»
Un momento dopo, i cavalli staccati andavano errando per via Mondétour e l'omnibus, coricato su un fianco, completava lo sbarramento della via.
Mamma Hucheloup, sconvolta, s'era rifugiata al primo piano. L'occhio incerto, guardava senza vedere, gridando sottovoce; le grida spaventate non osavano uscirle dalla strozza.
«È la fine del mondo!» mormorava.
Joly deponeva un bacio sul largo collo rosso e rugoso di mamma Hucheloup e diceva a Grantaire:
«Ho sempre considerato il collo d'una donna come qualche cosa d'infinitamente delicato, amico mio.»
Ma Grantaire raggiungeva le più alte regioni del ditirambo. Siccome Zuppa di pesce era risalita al primo piano, Grantaire l'aveva presa per la vita e, stando alla finestra, mandava lunghi scrosci di risa.
«Zuppa di pesce è brutta!» gridava. «Zuppa di pesce è la bruttezza fatta sogno! Zuppa di pesce è una chimera. Ecco il segreto della sua nascita: un pigmalione gotico, che faceva delle gorgoni per doccioni di cattedrale, s'innamorò un bel mattino d'una di esse, della più orribile.
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