Ora erano in costruzione contemporaneamente due barricate addossate alla casa di Corinto fra loro ad angolo retto; la maggiore sbarrava la via Chanvrerie e l'altra chiudeva via Mondétour dalla parte di via Cygne. Quest'ultima barricata, strettissima, era fatta soltanto di barili e di pietre tolte al selciato; vi attendevano circa cinquanta lavoratori, una trentina dei quali armati di fucili: poiché, strada facendo, avevan requisito in blocco tutta una bottega di armaiuolo.
Nulla di più bizzarro e di più variopinto di quella brigata. Uno indossava una giubba corta e portava una sciabola da cavalleria e due pistole d'arcione, un altro era in maniche di camicia, con un cappello a cilindro e una fiaschetta da polvere appesa al fianco, un terzo s'era fatta una corazza con nove fogli di carta grigia ed era armato d'una lesina da sellaio. Ve n'era uno che gridava: Sterminiamoli fino all'ultimo e moriamo colle baionette in pugno! e non aveva baionetta. Un altro faceva pompa, sulla sua finanziera, delle mostrine e delle giberne d'una guardia nazionale, col copri giberna adorno della seguente iscrizione in lana rossa: Ordine pubblico. Moltissimi fucili che portavano numeri di legioni, pochi cappelli, niente cravatte, molte braccia nude e alcune giacche; aggiungete a questo tutte le età e tutti i visi, giovanottini pallidi e lavoratori del porto abbronzati. Tutti s'affrettavano e, mentre si aiutavano vicendevolmente, discorrevano di possibili eventi: avrebbero ricevuto soccorsi verso le tre del mattino, - si era sicuri di un reggimento - Parigi si sarebbe sollevata.
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