I cittadini poco frequenti che in quel momento della sommossa s'arrischiavano ancora nella via Saint-Denis, gettavano un'occhiata in via Chanvrerie, scorgevan la barricata e affrettavano il passo.
      Finite che furono le due barricate e inalberata la bandiera rossa, venne portata fuori dalla taverna una tavola, e Courfeyrac vi salì. Enjolras recò il cofano, che Courfeyrac aperse: era pieno di cartucce. Quando apparvero le cartucce, i più coraggiosi ebbero un sussulto, seguito da un momento di silenzio.
      Courfeyrac le distribuì, sorridendo. Ciascuno ricevette trenta cartucce; molti, che avevan la polvere, si misero a farne altre colle palle ch'eran state fuse. Quanto al barile di polvere, era sopra una tavola a parte, vicino alla porta, come riserva.
      Il rullo del tamburo che batteva l'adunata in massa, percorreva tutta Parigi, senza mai cessare; ma aveva finito coll'esser soltanto un rumore monotono, al quale essi non badavano più. Quel rumore, ora s'avvicinava ed ora s'allontanava, con sinistre ondate.
      Vennero caricati i fucili e le carabine, tutti insieme, senza precipitazione, con una gravità solenne. Enjolras si recò a collocare tre sentinelle fuori della barricata, una in via Chanvrerie, la seconda in via Prêcheurs e la terza sull'angolo della Petite Truanderie.
      Poi, erette le barricate, assegnati i posti, caricati i fucili e collocate le vedette, soli in quelle terribili vie in cui non passava più alcuno, circondati da quelle case mute e come morte in cui non palpitava movimento umano, ravvolti dalle ombre crescenti del crepuscolo che incominciava, in mezzo a quell'oscurità e a quel silenzio nei quali si sentiva che qualche cosa si avvicinava e che avevano un non so che di tragico e di spaventoso, isolati, armati, risoluti e tranquilli, aspettarono.