Mario si lasciò i cavalli alle spalle. Mentre stava raggiungendo una via, che gli parve fosse la via del Contratto Sociale, una fucilata, venuta da chissà dove e che attraversava l'oscurità, gli sibilò vicinissimo e la palla bucò al disopra della sua testa una bacinella per barba, sospesa fuori della bottega d'un barbiere. Nel 1846, in via del Contratto Sociale, si vedeva ancora, sul canto dei piloni dei mercati, quella bacinella forata.
Quella fucilata era ancora un segno di vita; ma, a partire da quel momento, non incontrò più nulla.
Tutto quell'itinerario somigliava a una discesa di scalini bui. Non per questo Mario cessò d'avanzare.
II • PARIGI A VOLO DI GUFOChi avesse sorvolato Parigi in quel momento, coll'ala del pipistrello o della civetta, avrebbe avuto sotto gli occhi uno spettacolo sinistro.
Tutto quel vecchio quartiere dei mercati, che è come una città nella città, attraversato dalle vie Saint-Denis e Saint-Martin, in cui s'intersecano mille viuzze e del quale gli insorti avevan fatto la loro ridotta e la loro piazza d'armi, gli sarebbe apparso come un enorme buco nero, scavato nel centro di Parigi. Là lo sguardo cadeva in un abisso. Grazie ai lampioni spezzati e alle finestre chiuse, ogni riflesso, ogni vita, ogni rumore ed ogni movimento cessava; l'invisibile polizia della sommossa vegliava dappertutto e manteneva l'ordine, vale a dire l'oscurità. Diluire il piccolo numero in una grande tenebra, moltiplicare ogni combattente per le possibilità contenute in questa tenebra è la necessaria tattica dell'insurrezione.
| |
Contratto Sociale Contratto Sociale Mario Parigi Saint-Denis Saint-Martin Parigi
|