Voce spaventosa e sacra, composta del ruggito del bruto e della parola di Dio, che atterrisce i deboli e avverte i saggi, che viene allo stesso tempo dal basso, come la voce del leone, e dall'alto, come quella del tuono.
III • L'ORLO ESTREMOMario era giunto ai mercati.
Là tutto era ancor più calmo, più scuro e più immobile che nelle vie vicine. Si sarebbe detto che la gelida pace del sepolcro fosse uscita dalla terra, per espandersi sotto il cielo.
Pure, un bagliore rossastro profilava su quel fondo nero l'alta linea dei tetti delle case che sbarravano la via Chanvrerie dalla parte di Saint-Eustacle; era il riflesso della torcia che ardeva nella barricata di Corinto. Mario s'era diretto verso quel bagliore, che l'aveva guidato al Mercato delle barbabietole, dal quale intravedeva l'imboccatura tenebrosa della via Prêcheurs. V'entrò; la vedetta degli insorti, in agguato dall'altra parte della via, non lo scorse. Si sentiva vicinissimo a ciò che cercava, eppure camminava in punta di piedi. Giunse così alla svolta di quel breve tronco della via Mondétour che era, come il lettore ricorderà, la sola comunicazione conservata da Enjolras coll'esterno; all'angolo dell'ultima casa, a sinistra, sporse il capo e guardò nel tronco Mondétour.
Un poco oltre l'angolo nero della viuzza e della via Chanvrerie, che gettava una grande chiazza d'ombra in cui egli stesso era immerso, scorse qualche bagliore sul lastrico, un tratto della taverna e, dietro, un fanale oscillante in una specie di muraglia informe e degli uomini rannicchiati, col fucile sulle ginocchia.
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