Di qui la necessità delle campane a stormo e delle guerre. È necessario che si alzino grandi combattenti, che illuminino le nazioni coll'audacia e scuotano questa triste umanità che il diritto divino, la gloria cesarea, la forza, il fanatismo, il potere irresponsabile e le maestà assolute, accozzaglia stupidamente occupata a contemplare nel loro splendore crepuscolare codesti cupi trionfi delle tenebre, coprono d'ombra. Abbasso il tiranno! Ma quale? Di chi parlate? Chiamate tiranno Luigi Filippo? No, non più di Luigi XVI. Sono entrambi ciò che la storia suole chiamare buoni re, ma i principî non si spezzano, la logica del vero è rettilinea e caratteristica della verità è di mancare di compiacenza: dunque, nessuna concessione. Ogni usurpazione sull'uomo dev'essere repressa; v'è il diritto divino in Luigi XVI, v'è il perché Borbone in Luigi Filippo ed entrambi rappresentano in una certa misura la confisca del diritto; e, per sbarazzarsi dell'usurpazione universale, bisogna combatterli. Bisogna, poiché è sempre la Francia che incomincia; quando il padrone cade in Francia, cade dappertutto. Insomma quale causa più giusta di quella di ristabilire la verità sociale, di rendere il suo trono alla libertà, di rendere il popolo al popolo, di ridare all'uomo la sovranità, di riporre la porpora sul capo della Francia, di restaurare nella loro pienezza la ragione e l'equità, di sopprimere ogni germe d'antagonismo col restituire ciascuno a se stesso, d'annientare l'ostacolo che la regalità ha contrapposto all'immensa concordia universale, di ricollocare il genere umano a livello del diritto?
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