«Che uomini, questi regicidi!» disse Enjolras.
Courfeyrac si chinò all'orecchio d'Enjolras.
«Resti fra noi, perché non voglio diminuire l'entusiasmo; ma quest'uomo non era neppur lontanamente un regicida. Lo conoscevo: si chiamava papà Mabeuf. Non so che cos'avesse oggi, ma era un onesto buon uomo. Guardagli la testa, per piacere.»
«Testa di semplice, cuore di Bruto,» rispose Enjolras.
Poi alzò la voce:
«Cittadini! Ecco l'esempio che i vecchi danno ai giovani. Noi esitavamo ed egli è venuto; noi indietreggiavamo ed egli è avanzato! Ecco quanto coloro che tremano di vecchiaia insegnano a coloro che tremano di paura! Questo vegliardo è augusto al cospetto della patria: ha avuto una lunga vita e una magnifica morte! Ed ora mettiamo al sicuro il cadavere ed ognuno di noi difenda questo vecchio morto, come difenderebbe il proprio padre vivo; e faccia la sua presenza fra noi che la barricata sia imprendibile!»
Un mormorìo d'adesione accorato ed energico seguì queste parole.
Enjolras si chinò, sollevò la testa del vecchio, e d'impeto, lo baciò in fronte; poi, scostandogli le braccia e maneggiando quel morto con tenera precauzione, come se avesse temuto di fargli male, gli levò la giubba, ne mostrò a tutti i fori sanguinosi e disse:
«Ed ora ecco la nostra bandiera.»
III • GAVROCHE AVREBBE FATTO MEGLIO AD ACCETTARE LA CARABINA D'ENJOLRAS.
Fu gettato su papà Mabeuf un lungo scialle nero della vedova Hucheloup; sei uomini formarono coi fucili una barella su cui venne posto il cadavere, che fu portato, a capo scoperto, con lentezza solenne, sulla tavola grande della sala a terreno.
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