Ruppe il suggello e lesse:
«Ahimé, mio adorato! Mio padre vuole che partiamo subito. Stasera saremo in via dell'Homme-Armé, n. 7, e fra otto giorni a Londra. Cosette, 4 giugno.»
Era tale l'innocenza dei loro amori, che Mario non conosceva neppure la calligrafia di Cosette.
Ecco in poche parole quant'era accaduto. Era stata Eponina a far tutto.
Dopo la sera del 3 giugno, ella aveva avuto un duplice intento: sventare i progetti del padre e dei banditi sulla casa di Plumet, separare Mario da Cosette. Perciò aveva barattato i suoi cenci con quelli del primo scioccherello venuto, che aveva trovato divertente vestirsi da donna, mentre Eponina si travestiva da uomo; era stata lei a dare a Jean Valjean al Champ de Mars, l'avvertimento espressivo: «Sloggiate.» Jean Valjean, infatti, era rincasato ed aveva detto a Cosette: «Stasera partiremo e andremo in via dell'Homme-Armé con Toussaints. La settimana ventura saremo a Londra.» Cosette, atterrita dal colpo, aveva scritto in fretta e furia due righe a Mario. Ma come fare a impostare la lettera? Ella non usciva sola e Toussaints, sorpresa d'una tale incombenza, avrebbe certo mostrata la lettera a Fauchelevent. In quell'ansietà, Cosette aveva scorto attraverso il cancello Eponina vestita da uomo, che gironzolava intorno al giardino; ed aveva chiamato quel «giovane operaio», consegnandogli cinque franchi e la lettera, e dicendogli: «Portate subito questa lettera al suo indirizzo.» Eponina s'era messa la lettera in tasca; il giorno seguente, il 5 giugno s'era recata da Courfeyrac a chiedere di Mario, non per consegnargli la lettera, ma, cosa che ogni anima gelosa e innamorata comprenderà, «per vedere». Là aveva atteso Mario, o almeno Courfeyrac, sempre per vedere.
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