Fra domestico e padrone, il tradimento incomincia colla curiosità; ora Toussaints, come se fosse stata predestinata ad essere la serva di Jean Valjean, non era curiosa. Diceva nella sua balbuzie, col modo di parlare delle contadine di Barneville: «Sono fatta così; faccio quello che devo fare e il resto non mi riguarda.»
In quella partenza da via Plumet, ch'era stata quasi una fuga, Valjean aveva portato soltanto la valigetta profumata che Cosette aveva battezzata l'inseparabile. Le valige pesanti avrebbero richiesto l'aiuto d'un fattorino, e i fattorini sono testimonî. Avevan fatto venire una carrozza da piazza in via Babylone e se n'erano andati così. Solo a stento Toussaints aveva ottenuto il permesso di portare seco un pacco di biancheria, di capi di vestiario e di pochi oggetti da toeletta; Cosette, poi, aveva portato con sé solo della carta da lettere e la carta assorbente.
Per accrescere l'oscurità e la solitudine di quella scomparsa, Jean Valjean aveva disposto le cose in modo di lasciare il padiglione di via Plumet solo sul cader del giorno, il che aveva lasciato a Cosette il tempo di scrivere il biglietto a Mario. E giunti in via dell'Homme-Armé a notte fatta, erano andati subito a letto, in silenzio.
L'abitazione di via dell'Homme-Armé era situata in un cortile interno, a un secondo piano, e si componeva di due camere da letto, di una sala da pranzo e d'una cucina, attigua alla sala, con un soppalco nel quale si trovava una branda, destinata a Toussaints. La sala da pranzo era anche anticamera e separava le due camere da letto; l'appartamento, poi, era fornito di tutti gli utensili necessarî.
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