Dopo aver coscienziosamente lapidato il lampione di via Chaume, prese per via Vieilles Haudriettes e, non trovandovi «un cane», credette l'occasione adatta per intonare una canzone a squarciagola. La sua marcia anziché rallentare per il canto, ne risultava accelerata; si mise a seminare lungo le case addormentate ed atterrite le seguenti strofette incendiarie:
Il maldicente uccello nella siepeDice che Itala, iersera,
Lontano, con un russo, se ne andò.
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
Amico passerotto, e tu pur cianci,
Perché Mila, l'altr'ieri,
Battendo alla finestra mi chiamò.
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
Le furbacchiotte sono assai gentili.
Stordirebbe anche Orfila
Il veleno di lor, che mi stregò.
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
Amo l'amore colle sue quisquilie.
Amo Agnese, amo Pamela;
Nel darmi fuoco, Lisa si bruciò.
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
Ma quando vidi, un giorno, di Susanna
E di Zeila le mantiglie,
Tra le lor pieghe l'alma s'impigliò.
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
Quando, Amore, nell'ombra in cui brilli,
Tu di rose adorni Lola,
Diventerei dannato sol per ciò.
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
E tu, Giovanna, allo specchio t'abbigli;
Ma io credo sia in man tua
Il cuore mio, che un dì s'involò.
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
La sera, nell'uscir dalle quadriglie,
Alle stelle addito Stella,
Dicendo loro: «Guardatela un po'!»
Dove vanno le belle fanciulle,
Lon, lon, lo.
Mentre cantava, Gavroche si abbandonava alla pantomima; il gesto è il punto d'appoggio del ritornello.
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