Qualche masso somigliante a un ceppo, qualche travatura a mensola, che aveva forma d'una forca e qualche ruota orizzontale che uscivan dalle macerie, conferivano a quell'edificio dell'anarchia la sinistra faccia dei vecchi supplizi sofferti dal popolo. La barricata Saint-Antoine faceva arme di tutto; quanto la guerra civile può buttare in testa alla società usciva di là; non era più una battaglia, ma un parossismo. Le carabine che difendevano quella ridotta, in mezzo alle quali si trovava qualche trombone, lanciavano frantumi di ceramica, ossicini, bottoni di giubba e perfino rotelle da tavolino da notte, proiettili pericolosi, per via del rame. Quella barricata era forsennata; scagliava verso le nubi un fragore inesprimibile, e in certi momenti, provocando l'esercito, si copriva di folla e di tempesta; una calca di teste fiammeggianti l'incoronava, e un formicolìo la riempiva, aveva una cresta spinosa di fucili, sciabole, scuri, picche, bastoni e baionette; sotto l'impeto del vento, una bandiera rossa vi si agitava; si sentivano le grida di comando, le canzoni d'assalto, il rullìo dei tamburi, qualche singhiozzo di donna e il sinistro riso dei pezzenti. Era smisurata e viva; e, come dal dorso d'una bestia elettrizzata, ne usciva un crepitìo di folgore. Lo spirito rivoluzionario copriva colla sua nube quella cima su cui brontolava la voce del popolo, che somiglia a quella di Dio, e una strana maestà si sprigionava da quella titanica gettata di calcinacci; era un mucchio di spazzatura ed era il Sinai.
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Saint-Antoine Dio Sinai
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