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      Combeferre prese la parola:
      «Suvvia,» disse; «bisogna avere un po' di compassione. Sapete di chi si tratta, qui? Si tratta delle donne. Vediamo: vi sono, sì o no, le mogli? Vi sono i figli, sì o no? Vi sono, sì o no, le madri che fanno dondolare la culla col piede ed hanno una nidiata di bimbi intorno alle gonnelle? Quegli fra voi che non ha mai visto il seno d'una nutrice alzi la mano. Ah, voi volete farvi uccidere! Anch'io lo voglio, io che vi parlo; ma non voglio sentire fantasmi di donne che si torcano le braccia intorno a me. Morire, è giusto; ma non fare morire. I suicidi del genere di quello che sta per compiersi qui sono sublimi; ma il suicidio ha un limite, e non vuole estensioni; perché, non appena esso raggiunge i vostri familiari, si chiama assassinio. Pensate alle testoline bionde e ai capelli bianchi. Udite: proprio ora, Enjolras ha veduto (me l'ha detto lui), sull'angolo della via del Cygne, una finestra illuminata, una candela ad una povera finestra del quinto piano, e contro il vetro, l'ombra tremula d'una testa di vecchia, che pareva avesse passato la notte in attesa. Forse, è la madre d'uno di voi. Ebbene: colui se ne vada e s'affretti ad andare a dire a sua madre: 'Eccomi mamma!' E sia tranquillo, perché qui si farà lo stesso quel che si deve fare. Quando si sostentano i proprî familiari col lavoro, non si ha più il diritto di sacrificarsi: questo significherebbe disertare la famiglia. E coloro che hanno figlie, che hanno sorelle? Ci pensate, voi? Voi vi fate ammazzare, siete morti e sta bene; ma domani?


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Enjolras Cygne Eccomi