L'ho già detto or ora: la rivoluzione del Vero. Dal punto di vista politico, v'è un solo principio: la sovranità dell'uomo su se stesso; e questa sovranità di me su me si chiama Libertà. Là dove due o più di queste sovranità si associano incomincia lo Stato; ma in quell'associazione non v'è abdicazione alcuna. Ciascuna sovranità concede una certa quantità di se stessa per formare il diritto comune, e questa quantità è uguale per tutti. Questa identità di concessione che ciascuno fa a tutti si chiama Uguaglianza. Il diritto comune non è altro che la protezione di tutti che si stende sul diritto di ciascuno; e la protezione di tutti su ciascuno si chiama Fratellanza. Il punto d'intersezione di tutte queste sovranità si chiama Società; e poiché questa intersezione è una congiunzione, quel punto è un nodo. Da ciò quel che si chiama il legame sociale e che altri chiamano contratto sociale; che è lo stesso, dato che la parola contratto, etimologicamente, era formata coll'idea del legame. Ma intendiamoci bene sull'uguaglianza; poiché, se la libertà è il vertice, l'uguaglianza è la base. L'uguaglianza, cittadini, non significa tutta la vegetazione allo stesso livello, una società di grandi steli d'erba e di piccole querce, una vicinanza di gelosie che si castrino vicendevolmente; essa significa, civilmente, lo stesso sbocco aperto a tutte le attitudini, politicamente lo stesso peso dato a tutti i voti e, in religione, lo stesso diritto accordato a tutte le coscienze. L'Uguaglianza ha un organo, che è l'istruzione gratuita ed obbligatoria; bisogna, infatti, cominciare dal diritto all'alfabeto.
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