Gli si vedeva la schiena, dal centro della quale colava diritto un rivolo di sangue; la palla gli aveva attraversato il petto da parte a parte. Era morto.
Fu necessario portarlo via e sostituirlo. Era davvero qualche minuto guadagnato.
IX • IMPIEGO DI QUELLA VECCHIA ABILITÀ DI CACCIATORE DI FRODO E DI QUELL'INFALLIBILE COLPO DI FUCILE CHE INFLUIRONO SULLA CONDANNA DEL 1796.
Nella barricata, i pareri s'incrociavano. Il tiro del cannone stava per ricominciare e non sarebbe stato possibile resistere più d'un quarto d'ora a quella mitraglia; era assolutamente necessario attutire i colpi.
Enjolras gettò questo comando:
«Bisogna metter là un materasso.»
«Non ve ne sono,» disse Combeferre; «li hanno sotto i feriti.»
Jean Valjean, seduto in disparte su un paracarro, all'angolo della taverna, col fucile fra le gambe, non aveva fino a quel momento preso parte a quanto accadeva; e pareva non sentisse i combattenti dire intorno a lui:
«Ecco un fucile che non fa nulla.»
All'ordine dato da Enjolras, s'alzò.
Il lettore ricorderà che, all'arrivo dell'assembramento in via Chanvrerie, una vecchia, prevedendo la fucileria, aveva posto il materasso davanti alla finestra. Era, finestra di soffitta, sul tetto d'una casa a sei piani, posta un po' al di fuori della barricata. Il materasso, posto di traverso, appoggiato nella parte inferiore su due pertiche, di quelle su cui si mette ad asciugare la biancheria, era sostenuto in alto da due corde che, di lontano, parevano cordicelle e facevan capo a due chiodi, piantati nello stipite della finestra.
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Combeferre Valjean Enjolras Chanvrerie
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