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      In combattimento ci si ficca dappertutto, come al ballo. È probabile che il silenzio della ridotta incominciasse ad inquietare gli assedianti ed a far loro temere qualche inatteso incidente; tanto, che sentirono il bisogno di veder chiaro attraverso quel cumulo di pietre e di sapere cosa succedesse dietro quell'impassibile muraglia, che riceveva i colpi senza rispondervi.
      Gli insorti scorsero ad un tratto un elmo brillare al sole, sopra un tetto vicino: un pompiere s'era là appoggiato contro un gran camino e pareva di sentinella.
      «Ecco un incomodo sorvegliante,» disse Enjolras.
      Jean Valjean aveva restituito ad Enjolras la carabina, ma aveva il fucile. Senza profferir parola, prese di mira il pompiere; e un secondo dopo l'elmo del pompiere, colpito da una palla, cadeva fragorosamente nella via. Il soldato, sgomento, s'affrettò a scomparire.
      Un secondo osservatore prese il suo posto: era un ufficiale. Valjean, che aveva ricaricato il fucile, mirò il nuovo venuto e mandò l'elmo dell'ufficiale a raggiungere quello del soldato. L'ufficiale non insistette e si ritirò in gran fretta. Stavolta l'avvertimento fu compreso, poiché nessuno riapparve più sul tetto, e si rinunciò a spiare la barricata.
      «Perché non avete ucciso l'uomo?» chiese Bossuet a Jean Valjean.
      Valjean non rispose.
      XII • IL DISORDINE PARTEGGIA PER L'ORDINEBossuet mormorò all'orecchio di Combeferre:
      «Non ha risposto alla mia domanda.»
      «È un uomo che pratica la bontà a fucilate,» disse Combeferre.
      Coloro che hanno serbato qualche ricordo di quell'epoca così lontana sanno che la guardia nazionale del circondario era coraggiosa contro le insurrezioni, e che fu particolarmente accanita ed intrepida nelle giornate del giugno 1832. Alcuni onesti osti di Pantin, delle Vertus o della Cunette, lo «stabilimento» dei quali era costretto allo sciopero dall'insurrezione, diventarono leoni, nel veder deserta la loro sala da ballo e si facevano uccidere per salvar l'ordine, rappresentato dall'osteria.